Cittadinanzattiva, nell’ultimo anno boom di ricette dematerializzate

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Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Negli ultimi 12 mesi, la misura maggiormente implementata durante la pandemia - rispetto al periodo pre-covid - è stata la ricetta dematerializzata: lo afferma l’82,6% dei medici di medicina generale, l’84,8% dei rappresentanti delle società scientifiche e il 93,5% dei farmacisti. Sui programmi di telemedicina solo 1 medico di base su 2 ha dichiarato che il loro utilizzo è stato implementato rispetto a prima che esplodesse l’emergenza sanitaria, mentre più incoraggianti risultano i dati ricevuti dagli altri professionisti della salute (sì per l’82,6% delle società scientifiche; sì per il 76,1% dei farmacisti), confermati anche dalle associazioni dei pazienti. Sono alcuni dati di una prima indagine con un focus sui farmaci antivirali per il Covid-19 realizzata da Cittadinanzattiva in collaborazione con associazioni di pazienti, medici, farmacisti e società scientifiche.

Obiettivo: contribuire a definire delle linee guida per un accesso alle cure e ai farmaci più agile, efficiente ed efficace, partendo dalle soluzioni sperimentate durante la pandemia per mettere a punto una “Raccomandazione civica sull’accesso alle cure farmacologiche” che sarà presentata a Roma il 30 maggio.

Il documento - assieme all’indagine che fotografa anche l’accesso agli antivirali per la cura del Sars-CoV2/Covid-19 negli ultimi 12 mesi - è parte integrante del progetto “Verso un nuovo modello di accesso alle cure farmacologiche”, realizzato con il contributo non condizionante di Pfizer. All'indagine hanno partecipato 6 presidenti di Associazioni dei pazienti del Cnamc (Aisc - Alice - Bpco - Europa Donna - Respiriamo insieme - Walce), 23 presidenti di Federazioni e Società dei medici di medicina generale (Fimmg e Simg), 46 presidenti degli Ordini dei farmacisti (Federfarma e Fofi) e 46 presidenti di società scientifiche (Aiom, Cipomo, Sic, Sid, Sip, Irs, Siti, Card).

Secondo il report, altri strumenti di digital health (App di prenotazione di esami/visite, di vaccinazioni) risultano implementati per il 69,6% dei medici di medicina generale, il 71,7% delle società scientifiche, il 69,6% dei farmacisti. Una delle procedure maggiormente attivate sul territorio è la prenotazione di visite ed esami tramite Cup (per il 78,3% dei medici di medicina generale, l’84,8% delle società scientifiche e il 78,3% dei farmacisti). Stenta a decollare invece il Fascicolo sanitario elettronico, sia per la sua attivazione (per il 56,5% dei medici di medicina generale, il 47,8% dei farmacisti e il 67,6% dei rappresentanti di società scientifiche), sia per l’utilizzo quotidiano (47,8% per i medici di medicina generale, 63% per i farmacisti, 56,5% per le società scientifiche).

Il rinnovo automatico del Piano terapeutico è la misura meno implementata rispetto al periodo pre-pandemico, secondo il 69,6% dei medici di medicina generale, il 54,3% delle società scientifiche e per il 52,2% dei farmacisti. La consegna di farmaci e dispositivi al domicilio del paziente, secondo quanto afferma il 69,6% dei medici di medicina generale, non risulta decollata rispetto al periodo antecedente alla pandemia. Anche per le società scientifiche la consegna risulta implementata solo per il 30,1% dei rispondenti. Non sono dello stesso avviso i farmacisti che ritengono sia stata implementata (84%) rispetto al passato.

“I dati – commenta Valeria Fava, responsabile coordinamento politiche per la salute di Cittadinanzattiva - ci dicono che è indispensabile far crescere la digitalizzazione dei servizi e lavorare per eliminare la burocrazia inutile per medici e pazienti: arrivare in breve tempo ad un fascicolo sanitario elettronico diffuso, accessibile ed efficace, rendere la ricetta elettronica permanente e non più soggetta a proroghe continue, rivedere la normativa sui piani terapeutici, implementare l’utilizzo della telemedicina favorendo programmi di formazione a cittadini/caregiver e operatori sanitari, favorire l’accessibilità al farmaco attraverso modelli di distribuzione più prossimi al paziente e la consegna al domicilio”.