Cimo-Fesmed, 'con modifiche dati su epidemia aumentano rischi'
- Univadis
- Adnkronos Sanità
Roma, 17 gen. (Adnkronos Salute) - In questa fase della pandemia di Covid-19, "lo spettro per tutte le Regioni è il colore arancione o rosso. Ed è questo il motivo per il quale è in atto il tentativo, immediatamente smentito dal ministero della Salute, di cambiare le regole per mascherare i deficit gestionali ed organizzativi delle aziende, a costo di modificare anche alcuni parametri che sono utili per le valutazioni epidemiologiche e del rischio". Lo scrive in una nota Federazione dei sindacati medici Cimo-Fesmed, secondo la quale "modificare i dati epidemiologici significa aumentare il rischio Covid". Per la Federazione, "2 anni di pandemia sembrano non essere ancora sufficienti a far comprendere l'importanza di avviare una profonda rivisitazione dell'autonomia differenziata in sanità, che necessita di indirizzi chiari e uniformi su tutto il territorio nazionale".
"Ecco perché - si legge in una nota - occorre ridiscutere del regionalismo differenziato ed ecco il motivo per il quale occorre recuperare la centralità del ministero della Salute a tutela dei cittadini italiani. Intanto, sempre a distanza di 2 anni dall'inizio della pandemia, si bloccano migliaia di interventi chirurgici e la prevenzione secondaria inizia a diventare un'utopia. Le aziende non sono in grado di assicurare equità nelle cure anche a causa di alcune disposizioni regionali che, ancora una volta, ignorano i bisogni di salute dei pazienti non affetti da Covid".
Come Federazione Cimo-Fesmed "non siamo più disposti a vedere ricadere su medici e sanitari queste inefficienze, ad iniziare dall'irresponsabile utilizzo di medici specialisti di altra branca nei reparti Covid, solo per giustificare la presenza di un 'piantone' a guardia dei posti letto. Ci aspettiamo una forte presa di posizione delle associazioni che tutelano i malati, come ci aspettiamo un 'cambio di rotta' della politica nazionale in tema di diritto alla salute".
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