CAR-T per la leucemia linfoblastica acuta a cellule T, primi risultati favorevoli

  • Elena Riboldi
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • I risultati ad interim di uno studio di fase I dimostrano la fattibilità della terapia a cellule CAR-T nella leucemia linfoblastica acuta (LLA) a cellule T refrattaria/recidivante.
  • I ricercatori dell’University College e del Great Ormond Street Hospital for Children di Londra hanno generato le cellule CAR-T partendo dai linfociti T di un donatore sano e ne hanno manipolato il DNA usando la tecnica di “base editing” (editing delle basi).
  • Questo approccio consente di avere un prodotto cellulare off-the-shelf (pronto all’uso) il cui effetto antileucemico non è accompagnato da reattività indesiderate e aberrazioni cromosomiche.

 

Perché è importante

  • L’impiego delle cellule CAR-T nei tumori a cellule T è problematico perché usando come bersaglio gli antigeni dei linfociti T si possono innescare risposte fratricide (in cui le cellule CAR-T si attaccano tra loro) o contro i linfociti T sani.
  • Questi eventi possono essere evitati inattivando alcuni geni dei linfociti T.
  • L’editing genetico tramite metodi tradizionali (nucleasi) può però dare luogo ad aberrazioni cromosomiche.

 

Come è stato condotto lo studio

  • Si è partiti dai linfociti T di un donatore sano.
  • Mediante “base editing”, una tecnica in cui si utilizza la proteina ricombinante CAS9-citidina deaminasi per inattivare i geni desiderati senza creare rotture nei filamenti del DNA, sono stati inattivati i geni che codificano il CD7 (per prevenire gli attacchi fratricidi), la catena β del TCR α/β (per evitare la malattia del trapianto contro l'ospite, GVHD) e il CD52 (per conferire alle cellule un vantaggio di sopravvivenza).
  • Le cellule sono poi state ingegnerizzate con un lentivirus per esprimere un recettore chimerico dell’antigene che riconosce il CD7, una proteina espressa nella LLA.
  • Le cellule così preparate, chiamate BE-CAR7, sono state testate in 3 bambini con LLA recidivante.

 

Risultati principali

  • La prima paziente, una bambina di 13 anni già sottoposta a trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) allogenico, è andata in remissione molecolare dopo infusione di una singola dose di BE-CAR7 ed è stata poi sottoposta a un nuovo HSCT con piena ricostituzione immunitaria.
  • Le stesse BE-CAR7 hanno mostrato un’attività potente in altri due pazienti, uno dei quali è stato sottoposto a HSCT allogenico mentre era in remissione, e uno è purtroppo deceduto per un’infezione fungina.
  • Gli effetti avversi severi della terapia con BE-CAR7 includevano “cytokine release syndrome”, citopenia multilineare e infezioni opportunistiche.