Cancro avanzato: non sempre due immunoterapici sono meglio di uno
- Alessia De Chiara
- Notizie dalla letteratura
Messaggi chiave
- In pazienti con tumori in fase avanzata diversi dal melanoma, la combinazione di nivolumab più ipilimumab potrebbe non essere necessaria in molti casi, mentre il nivolumab in monoterapia potrebbe portare esiti equivalenti con minore tossicità.
- L’aggiunta di ipilimumab alla dose standard di nivolumab non si associa, rispetto al solo nivolumab, a un miglioramento clinicamente significativo della sopravvivenza globale (OS) e della sopravvivenza libera da progressione (PFS).
- Con la combinazione si sono riscontrati maggiori eventi avversi di alto grado e interruzioni correlati al trattamenti.
Perché è importante
- Mancano analisi dell’efficacia della combinazione di nivolumab (anti-PD1) e ipilimumab (anti-CTLA-4) in confronto al nivolumab in monoterapia in tumori in fase avanzata diversi dal melanoma metastatico.
- Lo studio di terapie con anti-PD1 più anti-CTLA-4 in tumori avanzati diversi dal melanoma dovrebbe affiancarsi alla terapia solo con anti-PD1 affinché si possa stabilire l’effetto netto dell’aggiunta di un anti-CTLA-4 per quel cancro e per quel contesto ed evitare l’inibizione non necessaria di CTLA-4 con i relativi effetti tossici clinici e finanziari.
- Serviranno ulteriori studi per capire se la combinazione farmacologica possa portare benefici in termini di sopravvivenza in caso di alcuni tumori immunogenici o in popolazioni specifiche.
Come è stato condotto lo studio
- Sono stati identificati 8 studi, per oltre 1.700 pazienti, sul trattamento di tumori avanzati diversi dal melanoma con nivolumab più ipilimumab o con nivolumab alla dose standard.
- I partecipanti presentavano carcinoma polmonare a cellule squamose, cancro polmonare non a piccole cellule con un livello di ligando di morte cellulare programmata-1 (PD1) di almeno l’1%, carcinoma polmonare a piccole cellule, mesotelioma pleurico, carcinoma uroteliale, carcinoma esofagogastrico, sarcoma o glioblastoma multiforme.
Risultati principali
- Il trattamento con nivolumab più ipilimumab, rispetto a quello con il solo nivolumab, non si associa a un miglioramento della OS.
- La combinazione si associa a un miglioramento marginale ma non clinicamente significativo della PFS.
- La combinazione si associa a un aumento degli eventi avversi di grado da 3 a 4 (OR aggregato 1,84) e di interruzioni (OR aggregato 1,96) correlati al trattamento.
- Gli eventi avversi di grado da 3 a 4, quali epatotossicità, tossicità gastrointestinale, polmonite, disfunzione endocrina, dermatite e fatigue, risultano maggiori tra i pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab rispetto a quelli che hanno ricevuto solo il nivolumab (OR aggregato rispettivamente di 2,94, 3,28, 2,37, 7,95, 2,52 e 1,91.
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