Brusaferro (Iss), ‘comunità scientifica più sensibile a quella di genere’
- Univadis
- Adnkronos Sanità
Roma, 18 gen. (Adnkronos Salute ) - “Nella comunità scientifica cresce la consapevolezza dell’importanza di costruire il futuro della conoscenza biomedica alla luce delle differenze di genere. Il lavoro dell’Osservatorio, oltre che a monitorare che avvengano azioni in questa direzione, sarà importante nel creare una base comune di lavoro per la realizzazione concreata della medicina di genere in tutti gli ambiti socio-sanitari in cui questo approccio è in grado di fare la differenza”. Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, commentando i dati di due documenti di indirizzo approvati dall’Osservatorio dedicato alla medicina di genere (Mdg), che si è riunito ieri all’Iss in sessione plenaria. I lavori sottolineano la necessità di tener conto dei determinanti di sesso e genere nei protocolli di ricerca così come negli aggiornamenti delle linee guida nazionali.
La ricerca sempre di più si declina al maschile e al femminile – riferisce l'Iss in una nota -. Nella comunità scientifica crescono le azioni finalizzate a connotare un approccio alla ricerca capace di descriverne le ricadute nelle differenze di genere. Secondo il primo dei documenti approvati dall’Osservatorio, e in cui sono descritte le principali attività di un campione di società scientifiche e associazioni tecnico-scientifiche delle professioni sanitarie, oltre la metà di esse (53%) ha istituito gruppi di lavoro specifici sulla Mdg e ha organizzato sessioni specifiche nei propri convegni (53%), mentre survey specifiche sono state predisposte dal 31% delle società coinvolte e il 9% ha pubblicato rubriche e opuscoli divulgativi sulla tematica.
Il secondo testo licenziato ieri consiste in un documento di indirizzo con indicazioni pratiche e concrete per predisporre protocolli di ricerca pre-clinica e clinico-epidemiologica che tengano conto dei determinanti di sesso/genere. Tra i principali quesiti necessari per la predisposizione di un protocollo di ricerca: quali sono i principali fattori alla base delle differenze di sesso e genere? Ci sono differenze tra le cellule maschili e femminili? In un laboratorio di ricerca come si devono coltivare le cellule per non interferire su queste differenze? Come si devono stabulare gli animali per evidenziare differenze di sesso? Quali sono i modelli da utilizzare per capire i meccanismi alla base delle differenze?
Queste – conclude la nota - sono solo alcune delle domande a cui, in modo sintetico e concreto, nel documento si cerca di dare una risposta per facilitare il lavoro dei ricercatori e per costruire un paradigma comune perché la ricerca proceda sempre nel rispetto delle differenze.
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