BRCA 1/2 e tumore mammario: non tutte le varianti patogeniche sono uguali

  • Cristina Ferrario
  • Notizie dalla letteratura
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Uno studio pubblicato su Breast Cancer Research and Treatment ha mostrato per la prima volta che i diversi sottogruppi molecolari di varianti patogeniche germinali nei geni BRCA1 e BRCA2 influenzano in modo differente la storia clinica di malattia in donne con tumore mammario.

“Circa il 3% dei casi di tumore mammario presenta una variante germinale cosiddetta patogenica o likely-patogenica in geni legati al cancro del seno quali BRCA1 e BRCA2” spiegano gli autori coordinati da Bernardo Bonanni, dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. “Queste varianti sono definite ad alto rischio poiché aumentano il rischio di malattia anche di quattro volte” precisano, ricordando che la percentuale sale dal 3% al 10-20% nel caso di tumori tripli negativi.

Determinare il rischio in queste pazienti è comunque complesso, essendo il tumore del seno una malattia poligenica, che presenta migliaia di varianti genetiche comuni. Inoltre, i dati oggi disponibili suggeriscono un ruolo differente per le diverse varianti patogeniche nella determinazione degli esiti clinici, seppur manchino prove definitive a sostegno di tali ipotesi.

Da qui il lavoro dei ricercatori italiani, che hanno arruolato nel loro studio retrospettivo 482 pazienti allo scopo di valutare in dettaglio le associazioni tra varianti patogeniche di BRCA1/2, caratteristiche clinicopatologiche, ricomparsa locoregionale del tumore e sopravvivenza.

A conti fatti, le analisi hanno mostrato che a tutti gli effetti il tipo di variante presente influenza in modo specifico la prognosi. In particolare la presenza di alterazioni missense o di splicing in BRCA1/2 (presenti nel 18% della popolazione studiata) si associa a minore ricorrenza di malattia dopo intervento chirurgico. Di contro, le mutazioni diverse da missense/splicing (delezioni, riarrangiamenti, inserzioni, ecc; presenti nell’82% delle pazienti) si associano a una maggiore ricorrenza del tumore.

“Comprendere l’impatto della presenza di varianti specifiche in questa popolazione è molto importante e, sulla base dei nostri risultati, pensiamo sia utile tenere conto anche del sottotipo molecolare di variante patogenica (missense/splicing vs altre) nel corso degli incontri di counselling per decidere le possibili opzioni chirurgiche per le portatrici di alterazioni germinali in BRCA1/2” affermano gli autori. “Se appropriato dal punto di vista clinico, per le pazienti con varianti missense/splicing in BRCA1/2 si potrebbe optare per un intervento conservativo” concludono, sottolineando la necessità di studi multicentrici che confermino i risultati di questa analisi retrospettiva.