Bondi (Sip), 'serve riforma per cura e custodia pazienti pericolosi'
- Univadis
- Adnkronos Sanità
Roma, 26 apr. (Adnkronos Salute) - Per l'assistenza ai pazienti psichiatrici autori di reati, particolarmente aggressivi e pericolosi, "siamo passati dagli ospedali psichiatrici giudiziari, incentrati soprattutto sulla custodia, alle Rems, strutture mai realmente decollate e incentrate soprattutto sulla cura. Serve invece una riforma che sia in grado di mettere insieme le due esigenze. Servono percorsi dedicati ". Lo dice all'Adnkronos Salute Emi Bondi, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip), intervenendo ancora una volta sulla morte della collega Barbara Capovani, aggredita da un paziente a Pisa.
"Sicuramente è necessario, a fronte della crescita della violenza contro gli operatori sanitari - sottolinea Bondi - aumentare, sia dal punto di vista organizzativo che normativo, le misure di sicurezza: da ambienti più idonei, a protocolli con le forze dell'ordine per interventi rapidi in caso di necessità. Perché noi siamo sanitari, non secondini, e siamo vulnerabili di fronte alla violenza. Riusciamo a gestire i nostri pazienti: abbiamo farmaci, terapia relazionale e tutto quello che serve quando si tratta di persone con patologie psichiatriche classiche, ma ci possono essere delle situazioni di alterazione, uso di sostanze, situazioni gravi in cui c'è l'aggressività fisica che va gestita dalle forze dell'ordine e non da noi". Nei pronto soccorso, inoltre, "serve personale di sorveglianza".
Da un punto di vista strettamente normativo, "soprattutto con pazienti con pericolosità sociale, come nel caso di Pisa - osserva la presidente Sip - c'è stata la questione della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, nel 2014, sostituiti dalle Rems, che dovrebbero essere comunità. Il principio era chiudere luoghi di custodia e aprire luoghi di cura, sottovalutando però il fatto che, insieme alla cura, è necessaria la custodia in determinate situazioni. Una custodia che non può essere a carico dei sanitari, ma che deve essere fornita dal ministero di Giustizia".
"Le Rems, inoltre, si sono trovate a essere insufficienti per gestire i pazienti. La stessa Corte di Cassazione, con una sentenza del 2022, chiedeva di rivedere la legge in modo da uniformare i percorsi di cura su tutto il territorio nazionale", conclude Bondi rimarcando che gli psichiatri sono convinti della necessità di "riformare il percorso da far seguire ai pazienti autori di reato, che deve essere specifico e differenziato, differenziando anche le tipologie, tra quelli che possono essere gestiti sul territorio e quelli che hanno caratteristiche di violenza intrinseca, che vanno invece gestiti in regime che prevede anche la custodia".
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