Bere caffè causa aritmie?

  • Elena Riboldi
  • Uniflash
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Quali sono gli effetti acuti del consumo di caffè? Per rispondere a questa domanda un gruppo di ricercatori dell’Università della California ha condotto uno studio randomizzato i cui risultati sono appena stati pubblicati sul New England Journal of Medicine. Monitorando attentamente 100 persone, gli scienziati californiani hanno stabilito che nei giorni in cui si beve caffè non si hanno più contrazioni atriali premature di quelle registrate nei giorni in cui si evita la caffeina. Le analisi secondarie dei dati raccolti suggeriscono, invece, che chi beve più di un caffè al giorno ha più contrazioni ventricolari premature giornaliere, dorme meno la notte ed è più attivo di giorno.

 

Ectopia, diabete e disturbi del sonno

“A dispetto della comune esortazione a evitare il caffè a causa dei suoi effetti proaritmici, le evidenze a supporto di questa avvertenza sono contrastanti” affermano gli autori dello studio. L’interesse per il possibile collegamento tra caffè ed ectopia è aumentato da quando è stato osservato che un maggior numero di contrazioni atriali premature si collega alla comparsa di fibrillazione atriale e che un maggior numero di contrazioni ventricolari premature si associa a un aumentato rischio di scompenso cardiaco. 

Gli effetti acuti del caffè non riguardano solo il sistema cardiocircolatorio. Alcuni studi osservazionali hanno suggerito che il consumo di questa bevanda si associa a una minore incidenza di diabete, presumibilmente attraverso la stimolazione dell’attività fisica. Inoltre, per quanto i riscontri basati su misurazioni oggettive siano ancora scarsi, è difficile dubitare del fatto che il caffè interferisce col sonno.

 

CRAVE for coffee

Lo studio CRAVE ha arruolato 100 abitanti di San Francisco che non soffrivano di aritmie, bevevano caffè almeno una volta l’anno ed erano disponibili ad astenersi dal caffè e da altre bevande contenenti caffeina come da indicazioni. I partecipanti sono stati equipaggiati con un holter ECG patch, un accelerometro e un dispositivo per il monitoraggio continuo del glucosio

Ogni giorno per 14 giorni i ricercatori hanno inviato un messaggio di testo in cui si chiedeva a ciascun soggetto di consumare caffè con caffeina o astenersi dalla caffeina per l’intera giornata. I messaggi erano inviati random, ma il protocollo di randomizzazione era tale per cui a nessuno veniva chiesto di assumere caffè o rinunciare alla caffeina per più di due giorni consecutivi.

 

Gli effetti acuti del caffè

I partecipanti (età media 39±13 anni, 51% donne) avevano abitudini diverse in fatto di consumo di caffè. Infatti, se la maggior parte di loro ne beveva uno al giorno, c’era chi ne beveva quattro o cinque e chi meno di uno al mese. 

Il consumo di caffè si associava a 58 contrazioni atriali premature giornaliere contro le 53 registrate nei giorni di astensione; la differenza non era statisticamente significativa (RR 1,09 [95%CI 0,98-1,20]; P=0,10). Il numero di contrazioni ventricolari premature al giorno era 154 nei giorni in cui i soggetti bevevano caffè e 102 nei giorni di astensione (RR 1,51 [1,18-1,94]). “Le nostre analisi indicavano che non c’era associazione tra una singola tazza di caffè e le contrazioni ventricolari premature – precisano gli autori – ma suggerivano che poteva esserci una possibile associazione tra il consumo di più di una bevanda al caffè al giorno e le contrazioni ventricolari premature nei nostri partecipanti allo studio”.

Il numero di passi percorsi nell’arco della giornata era maggiore quando si consumava caffè (differenza media 1.058 passi [95%CI 441-1.675), mentre diminuivano i minuti di sonno (differenza media 36 minuti [95%CI 25-47]). Al contrario, i dati raccolti non hanno evidenziato una relazione tra consumo di caffè e livelli di glucosio.