Bassetti, "cure domiciliari Covid? Serve collaborazione medici di base-ospedale"
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Roma, 5 ago. (Adnkronos Salute) - "E' chiaro che è sbagliato dire 'paracetamolo e vigile attesa', perché significa che io ti telefono e ti dico 'pigliati il farmaco poi se stai male vai in ospedale'. Questo è un errore clamoroso che non va fatto. Per cui le cure domiciliari sono innanzi tutto visitare il malato. E se c'è qualche medico che non visita la gente a casa, quello va segnalato perché è un medico che non fa il suo lavoro". Lo dice all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova.
"Poi - sottolinea - ogni malato è diverso da un altro, quindi anche lì dare un protocollo unico per tutti è sbagliato, perché ci sarà quello a cui devo dare l'Aspirina, quello a cui devo dare la Tachipirina, quello a cui devo dare l'ipubrofene, quello a cui devo dare i monoclonali, quello a cui devo dare il cortisone, quello a cui devo dare l'antibiotico e quello a cui devo dare farmaci antinfiammatori più potenti. Ma non posso dare o tutto o niente. Devo andare a individualizzare le cure. Per cui - ragiona l'esperto - il concetto è che la miglior cura domiciliare oggi è istituire un protocollo di collaborazione tra medici di base e ospedale perché noi abbiamo alcune conoscenze che loro hanno meno e loro hanno alcune conoscenze che noi abbiamo meno".
"Oggi bisognerebbe puntare sul miglioramento del rapporto tra ospedale e territorio - insiste Bassetti - Perché i monoclonali ce li abbiamo in ospedale, altre cure ce le ha il territorio ed è soltanto con una multidisciplinarietà e con un'interfaccia che si può migliorare la cura di questo virus".
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