La variante Omicron di SARS-CoV-2, da novembre 2021, è diventata rapidamente la variante dominante in tutto il mondo. Il suo sequenziamento precoce in Sud Africa ha allertato i ricercatori sulla possibilità che Omicron fosse una variante preoccupante a causa di estese mutazioni nella proteina spike. Omicron ha 30 mutazioni nella proteina spike rispetto alla variante originale Wuhan-Hu-1, con 15 mutazioni nel dominio di legame del recettore legate alla diminuzione del legame dell'anticorpo, mutazioni nel sito della furina s1/s2 che migliorano la scissione della furina e aumentano l'infettività, e mutazioni nel dominio amminico terminale che è il sito di legame primario per alcuni anticorpi terapeutici usati per trattare le infezioni da COVID-19.
Caratteristiche funzionali di Omicron
Studi non sottoposti a revisione tra pari (1) hanno evidenziato una replicazione di omicron nelle cellule epiteliali polmonari che si è dimostrata meno efficiente rispetto a Delta e a Whuan-Hu-1. Il numero di copie virali da infezione Omicron delle cellule epiteliali polmonari era significativamente inferiore rispetto alle infezioni da varianti Delta e Whuan-Hu-1. L’associazione di queste caratteristiche con il riscontro di un aumento del numero di copie virali nelle cellule epiteliali delle vie aeree nasali umane infettate da Omicron, fornisce un supporto alla comprensione della sua maggiore trasmissibilità associata a una minore gravità di malattia.
Rispetto all’espressione fenotipica dell’infezione, l’attenzione si è concentrata sulla ridotta capacità di Omicron di indurre sincizi in colture tissutali di polmone (2), un dato rilevante per il suo significato clinico, se si considera che la formazione di sincizi è stata associata ad una maggiore gravità della malattia. Inoltre è emersa la capacità di Omicron di utilizzare diverse vie di ingresso cellulare (1,2), con una preferenza per la fusione endosomiale rispetto alla fusione della superficie cellulare, un a caratteristica che consente ad Omicron di aumentare considerevolmente il numero di tipi cellulari che può infettare.
L’evoluzione verso Omicron BA.2
Tra novembre e dicembre 2021 si è assistito ad una progressione di Omicron, che ha ricalcato quanto già visto nelle precedenti varianti, ossia un graduale e progressivo aumento della trasmissibilità. I primi studi sulla variante omicron erano principalmente basati sul sottolignaggio BA.1. Dall'inizio di gennaio 2022, c'è stato un improvviso aumento di BA.2 in Europa e in Asia. Da allora, la sorveglianza continua sull’evoluzione di Omicron ha rivelato l'aumento della prevalenza di due sottolinee, BA.1 con una mutazione R346K (BA.1+R346K) e B.1.1.529.2 (BA.2), con quest'ultima contenente 8 mutazioni uniche di spike e con 13 mutazioni spike mancanti rispetto a quelle trovate in BA.1(3).
Date queste differenze, non si può presumere che le loro proprietà antigeniche siano uguali o simili, ma sembrano essere antigenicamente equidistanti da SARS-CoV-2 wild type, probabilmente minacciando in misura simile l'efficacia degli attuali vaccini COVID-19. Inoltre BA.2 ha una marcata resistenza a 17 su 19 anticorpi monoclonali neutralizzanti testati in questo studio (3), dimostrando come la terapia attuale con anticorpi monoclonali potrebbe avere grossi limiti nel coprire adeguatamente tutte le sottolinee della variante Omicron.
Omicron BA.2 e reinfezioni
BA.2 ha rappresentato inizialmente solo il 13% delle sequenze di Omicron a livello globale, diventando rapidamente la forma dominante in paesi come la Danimarca. A fine 2021 BA.2 rappresentava circa il 20% di tutti i casi danesi di SARS-CoV-2; a metà gennaio 2022 era aumentata a circa il 45%, un dato a conferma dell’ipotesi di un vantaggio di BA.2 rispetto a BA.1 all'interno di una popolazione ad alto tasso vaccinale come quella danese (4).
BA.2 era associata a una maggiore suscettibilità alle infezioni per gli individui non vaccinati (Odds Ratio (OR) 2,19; IC 95% 1,58-3,04), individui completamente vaccinati (OR 2,45; IC 95% 1,77-3,40) e individui vaccinati con richiamo (OR 2,99; 95%-CI 2,11-4,24), rispetto a BA.1. Il pattern di maggiore trasmissibilità nelle famiglie BA.2 non è stato osservato per i casi primari completamente vaccinati e vaccinati con richiamo, in cui l'OR di trasmissione era inferiore a 1 per BA.2 rispetto a BA.1. Questi dati confermano le proprietà immuno-evasive di BA.2 che riducono l'effetto protettivo della vaccinazione contro le infezioni, ma non ne aumentano la trasmissibilità da individui vaccinati con infezioni breaktrougth (4).
Omicron, BA.2 e vaccino
La comprensione dell'attività sierica neutralizzante, in quanto correlata con l'efficacia del vaccino, rappresenta una priorità di ricerca per la crescente importanza epidemiologica di BA.2. Ci sono prove a supporto che la fuga immunitaria da BA.2 non sembra così grave come quella da BA.1 ed è possibile che ci siano altri fattori virali o dell'ospite a guidare la rapida diffusione di BA.2 (5) . Uno studio pubblicato su Science Immunology (6) ha indagato le risposte immunitarie umorali e cellulari a Omicron e ad altre varianti di preoccupazione (COV) cercando di comprendere come e quanto gli individui vaccinati siano protetti contro Omicron. Dai risultati è emersa una neutralizzazione crociata anticorpale di Omicron molto bassa o assente rispetto alle varianti Wild Type, Beta e Delta, che poteva essere parzialmente ripristinata da una terza vaccinazione di richiamo. Inoltre i linfociti T hanno riconosciuto Omicron con la stessa efficacia degli altri COV, suggerendo che individui vaccinati mantengono l'immunità dei linfociti T, un elemento in grado di fornire protezione in assenza di anticorpi neutralizzanti, limitando la malattia grave (6).
Questi risultati sono coerenti con quelli disponibili dallo studio di una popolazione del Quatar di 2.239.193 persone che avevano ricevuto almeno due dosi di vaccino BNT162b2 o mRNA-1273 (7). L'efficacia del booster contro l'infezione sintomatica di Omicron, rispetto a quella della serie primaria, è stata del 49,4% (IC 95%, da 47,1 a 51,6). L'efficacia del booster contro l'ospedalizzazione per Covid-19 e la morte per infezione da omicron, rispetto alla serie primaria, è stata del 76,5% (IC 95%, da 55,9 a 87,5). L'efficacia del booster BNT162b2 contro l'infezione sintomatica da variante delta (o B.1.617.2), rispetto alla serie primaria, è stata dell'86,1% (IC 95%, da 67,3 a 94,1).
In sintesi, il costante aumento della prevalenza di BA.2 in più paesi nel mondo è la conferma del vantaggio di crescita che questa variante ha rispetto alle altre circolanti. BA.2 riduce l'effetto protettivo della vaccinazione contro le infezioni (4). La neutralizzazione crociata anticorpale di Omicron può essere parzialmente ripristinata da una terza vaccinazione di richiamo (6), un aspetto che diventa problematico in contesti a basso tasso vaccinale, dove picchi di Omicron potrebbero aumentare le probabilità di infezione negli anziani e in altri gruppi ad alto rischio di malattia grave. Omicron BA.2 apre a nuovi scenari evolutivi, ma quali sono le previsioni degli esperti?
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