Autotrattamento della vertigine parossistica benigna con manovre di riposizionamento

  • Paolo Spriano
  • Uniflash
L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano L'accesso ai contenuti di questo sito è riservato agli operatori del settore sanitario italiano

Il movimento degli otoliti nel canale semicircolare, indotto dalle modificazioni di posizione del capo, è la causa prevalente della vertigine parossistica benigna (VPB), la forma di vertigine acuta più comune. La VPB è caratterizzata da episodi di vertigine oggettiva, di breve durata, con insorgenza in relazione ad alcune posizioni della testa. La diagnosi è clinica e il trattamento implica l’esecuzione di manovre di riposizionamento

La stimolazione dei recettori nervosi, conseguente al flusso endolinfatico, è la causa di questa vertigine di durata variabile (< 60 secondi) e con un nistagmo misto (torsionale/verticale superiore). Le manifestazioni cliniche della VPP possono presentare caratteristiche differenti a seconda del canale semicircolare coinvolto. L'ipotesi eziopatogenetica della canalo-litiasi è stata confortata dal successo delle manovre di riposizionamento guidate dal medico, mirate a liberare il canale semicircolare dai corpuscoli intrappolati nel lume e il loro riposizionamento nell’utricolo. 

L'auto-trattamento della VPB può essere un valido ausilio per il paziente e rappresenta la terapia complementare in quei casi che non rispondono alle singole manovre guidate dal medico, o nelle forme con frequenti recidive. Uno studio ha valutato l'efficacia dell’auto-trattamento, guidato con strumenti via web, di un episodio recidivante di VPB già in precedenza identificato e trattato (1).

 

Le manovre di riposizionamento 

La manovra di Epley e la manovra di Semont si sono dimostrate procedure efficaci per il trattamento della VPB in percentuali variabili tra il 70% e 90%, in singola applicazione. In molti pazienti con VPB era necessario ripetere il trattamento per ottenere una completa risoluzione sintomatologica (2). L'analisi combinata ha rivelato che la manovra Epley (ME) è efficace quanto la manovra Semont MS), sia per il tasso di risposta a 1 settimana e finale (odds ratio [OR] = 1,8, 95% intervallo di confidenza [CI] = 0,48-7,00 ; OR = 1.8, 95% CI = 0,47-7,20). Nessuna differenza è stata osservata nel tasso di recidiva per i due trattamenti (OR = 1.00, 95% CI = 0,33-4,4). 

Analoghi risultati di efficacia sono stati riportati dalla Cochrane Database Systematic Review (3) che ha conferma l’assenza di rilevanti eventi avversi correlati alle rispettive manovre, con una percentuale variabile (16.7% - 32%) nella comparsa di nausea durante la manovra di riposizionamento e un livello di tollerabilità delle manovre che era in relazione alla presenza di problemi al rachide. Pertanto entrambe le manovre sono efficaci e la scelta di eseguire l'una o l'altra dipende dal medico e dalle capacità di mobilità della persona. 

 

Auto-trattamento con manovre di riposizionamento

Rispetto al ruolo dell’auto-trattamento è utile ricordare i risultati di uno studio di confronto sull'efficacia delle due manovre (ME vs MS) in pazienti con VPB (4). Il tasso di risposta ad una settimana, definito dall'assenza di vertigine e di nistagmo, era del 95% nel gruppo ME (n=37) vs 58% nel gruppo MS (n=33; p<0.001). La scorretta performance della manovra correlava direttamente con l'insuccesso del trattamento nel gruppo MS, mentre non c'era correlazione nel gruppo ME, che è stato meno sensibile agli errori di esecuzione per induzione di uno stimolo più energico e prolungato (4). I risultati hanno confermato l'auto-trattamento della VPB di valido aiuto al paziente e può rappresentare una terapia complementare in quei pazienti che non rispondono prontamente alle singole manovre guidate dal medico o con frequenti recidive di VPB.

 

Telemedicina e gestione della vertigine

Uno studio clinico randomizzato ha dimostrato come i pazienti possono trarre beneficio dal trattamento della VPB da soli, utilizzando un sistema di guida web per la conferma diagnostica e le manovre di riposizionamento (1).

Dei 585 pazienti arruolati sono stati assegnati in modo casuale (1:1) al gruppo di trattamento o di controllo. I 292 pazienti nel gruppo di trattamento hanno completato un questionario per la diagnosi e hanno ricevuto un videoclip per l'auto-somministrazione della manovra di riposizionamento in base al tipo di VPB diagnosticata quando hanno avuto nuovamente la vertigine posizionale acuta. I 293 pazienti del gruppo di controllo hanno ricevuto un videoclip per l'auto-somministrazione della manovra di riposizionamento in base al tipo di VPB diagnosticata al momento dell'arruolamento. I risultati hanno evidenziato complessivamente che più di un 1 paziente su 5 (21,9%) ha avuto una recidiva (58 nel gruppo di trattamento e 70 nel gruppo di controllo) e 109 (85,2%) hanno utilizzato con successo il sistema basato sul web. 

I pazienti guidati tramite uno strumento basato sul web a una manovra specifica per il canale a cui era correlata la vertigine ricorrente hanno raggiunto una risoluzione del 72,4%, mentre quelli che hanno eseguito la stessa manovra effettuata all'attacco precedente hanno raggiunto una risoluzione della vertigine del 42,9%. Questi risultati sottolineano che le recidive spesso richiedono diversi tipi di manovre rispetto agli attacchi precedenti e che un sistema di diagnosi e trattamento guidato via web sia in grado di migliorare la gestione della VPB tramite l’implementazione di un semplice sistema di telemedicina.