Anziani e autonomia, il peso della solitudine

  • Elena Riboldi
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • La solitudine cronica, ma non quella temporanea, è un fattore di rischio indipendente per il declino dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana (Activities of Daily Living, ADL) in entrambi i sessi.
  • La solitudine cronica aumenta il rischio di declino dell’autonomia nelle attività strumentali della vita quotidiana (Instrumental Activities of Daily Living, IADL) nelle donne, ma non negli uomini.
  • Per prevenire la disabilità funzionale sono opportuni interventi volti a evitare che la solitudine dell’anziano diventi cronica, tenendo conto anche delle differenze di genere. 

 

Perché è importante

  • L’invecchiamento della popolazione impone che si faccia il possibile per fare “invecchiare bene” gli anziani, evitando così un eccesso di morbilità e mortalità e contenendo le spese di assistenza.
  • È indispensabile individuare i fattori di rischio modificabili della disabilità ADL (incapacità di badare alla propria igiene, usare il bagno in autonomia, vestirsi, nutrirsi e deambulare autonomamente) e IADL (incapacità di autogestire attività non strettamente indispensabili alla sopravvivenza, ma necessarie per l’indipendenza, come fare la spesa, prepararsi i pasti, gestire farmaci e finanze).

 

Come è stato condotto lo studio

  • Sono stati analizzati i dati dell’Health and Retirement Study condotto su adulti ≥50 anni residenti negli USA.
  • Ai partecipanti è stato somministrato ogni 4 anni un questionario che includeva strumenti per la valutazione di ADL/IADL e della solitudine (3-item UCLA Loneliness Scale).
  • In base alle risposte ottenute in due questionari consecutivi la solitudine è stata classificata come: temporanea (solo al T1), cronica (sia al T1 che al T2) o incidente (solo al T2).

 

Risultati principali

  • Il 30,7% dei soggetti inclusi nell’analisi (n=7.148) soffriva di solitudine temporanea (10,3%), incidente (8,9%) o cronica (11,5%).
  • Durante il follow-up (36.294 anni-persona), il 18,16% e il 17,63% dei soggetti, con normali abilità funzionali alla baseline, hanno sviluppato disabilità, rispettivamente, ADL e IADL.
  • Dopo avere corretto l’analisi per potenziali fattori confondenti, la solitudine cronica si associava a un rischio più elevato di disabilità ADL (HR 1,37 [95%CI 1,16-1,63]; p<0,001) e IADL (HR 1,25 [1,09-1,44]; p<0,002).
  • Non c’era associazione tra solitudine temporanea e disabilità funzionale.
  • La solitudine cronica non si associava al rischio di disabilità IADL negli uomini.