Antipsicotici di seconda generazione e rischio di tumore mammario

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Conclusioni

  • Uno studio di coorte a livello nazionale condotto in Corea del Sud indica che l’uso di farmaci antipsicotici di seconda generazione aumenta il rischio di tumore mammario di circa l’8%-30%.
  • Dosi più elevate e/o periodi di esposizione più lunghi risultano associati a un rischio più elevato di sviluppare il tumore mammario.

Perché è importante

  • Questo è il terzo studio di coorte a livello nazionale a indicare che l’uso di antipsicotici di seconda generazione può aumentare il rischio di tumore mammario.
  • Gli altri studi di coorte a livello nazionale provengono dalla Finlandia e dalla Danimarca; entrambi hanno riscontrato un aumento del rischio di tumore mammario all’aumentare delle dosi.
  • Secondo studi sperimentali, il meccanismo alla base dell’associazione potrebbe essere l’antagonismo del recettore della dopamina indotto dagli antipsicotici che causa iperprolattinemia, la quale, a sua volta, provoca proliferazione delle cellule epiteliali della mammella e la vascolarizzazione del tumore.

Disegno dello studio

  • Studio di coorte, a livello nazionale, di popolazione, di donne sudcoreane (periodo 2008–2018) utilizzando il database dell’Agenzia di revisione delle assicurazioni sanitarie, che copre l’intera popolazione.
  • I casi (n=498.970) erano donne (età di 18–79 anni) alle quali sono stati prescritti antipsicotici di seconda generazione per più di 30 giorni entro 1 anno dalla data indice della prima prescrizione di antipsicotici.
  • I controlli (n=997.940) erano donne alle quali non erano stati prescritti antipsicotici, appaiate al gruppo dei casi in base all’età.
  • Gli antipsicotici di seconda generazione studiati erano amisulpride, risperidone, paliperidone, zotepina, olanzapina, ziprasidone, aripiprazolo e quetiapina.
  • Le diagnosi più comuni per le quali erano stati prescritti antipsicotici erano disturbi dell’umore (92,4%), schizofrenia e disturbi correlati (47,9%) e abuso di sostanze e disturbi correlati (10,2%). (La somma delle percentuali non corrisponde al 100% perché le pazienti potevano avere più di 1 diagnosi.)
  • Esito primario: incidenza di tumore mammario (casi vs. controlli).
  • Finanziamento: nessuno.

Risultati principali

  • Il tasso di incidenza del tumore mammario è risultato maggiore nei casi (109,74 su 100.000 anni-persona) rispetto ai controlli (101,51 su 100.000 anni-persona).
  • Convertendo queste incidenze a tasso di rischio (hazard ratio, HR), i casi hanno evidenziato un rischio superiore dell’8% di tumore mammario rispetto ai controlli (HR=1,08; IC 95%, 1,04–1,13). Un HR è una stima di un esito avverso di salute che si verifica nel gruppo dei casi rispetto al gruppo di controllo. L’intervallo di confidenza è l’intervallo di valori tra i quali rientra l’HR, lasciando solo il 5% di possibilità che sia errato.
  • Dosi più elevate di antipsicotici (definite in mg cumulativi di dosi equivalenti di olanzapina) sono risultate associate a un rischio più elevato di tumore mammario:
    • con dosi ≥10.000 mg è stato evidenziato un rischio superiore del 29% di tumore mammario (HR=1,29; IC 95%, 1,14–1,46) rispetto a dosi <10.000 mg (HR=1,05; IC 95%, 1,00–1,11).
  • Anche un periodo di esposizione agli antipsicotici di seconda generazione più lungo è risultato associato a un rischio più elevato di tumore mammario:
    • un uso <3 anni non è risultato associato a un rischio più elevato (HR=1,02; IC 95%, 0,95–1,09);
    • un uso da 3 a <6 anni non è risultato associato a un rischio più elevato (HR=1,06; IC 95%, 0,97–1,15);
    • un uso ≥6 anni è risultato associato a un rischio più elevato (HR=1,24; IC 95%, 1,14–1,35).

Limiti

  • Disegno retrospettivo osservazionale.
  • Il database delle assicurazioni sanitarie non disponeva di alcuna informazione sui fattori confondenti che aumentano anch’essi il rischio di tumore mammario, come fumo, consumo di alcol, diabete mellito, mancato allattamento al seno, anamnesi familiare di tumore mammario, nulliparità e obesità.