Anestesisti Aaroi, 'intensive sotto controllo ma monitorare contagi'

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Milano, 9 feb. (Adnkronos Salute) - "Per il momento in nessuna regione italiana si rilevano segnali di allarme relativi a una ripresa consistente degli effetti dei contagi" da Sars-CoV-2, "cioè della patologia" Covid, "tale da mettere in crisi le terapie intensive. Sicuramente c'è stato un aumento dei pazienti ricoverati rispetto a qualche mese fa, ma non tale da destare allarme". Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac), descrive all'Adnkronos Salute una situazione sotto controllo, però invita a tenere sotto stretta osservazione il trend a monte dell'ospedale, ossia l'andamento dei casi mentre cambia il 'quadro varianti'.

"Come specialisti del settore - precisa infatti Vergallo - noi possiamo parlare ovviamente degli effetti clinici dell'infezione, in particolare di quelli più gravi che possono portare al ricovero in terapia intensiva. Su questo versante teniamo monitorata la situazione, ma al momento non rileviamo segnali di allarme. E' chiaro tuttavia - avverte il presidente Aaroi - che bisognerà sicuramente tener d'occhio anche la parte che ci precede, cioè quella relativa alla diffusione della malattia laddove provoca sintomi da lievi a moderati, le manifestazioni che più ci riguardano come anestesisti rianimatori".

Quanto all'ombra dei nuovi sottolignaggi virali super trasmissibili come BQ.1.1 e XBB.1.5, ribattezzate Cerberus e Kraken, "quello che siamo in grado di dire dal nostro osservatorio - riporta Vergallo - è che non rileviamo una particolare correlazione tra queste nuove varianti e una maggiore gravità di malattia". Il numero uno di Aroi ricorda comunque che "la ripresa della movimentazione della popolazione è avvenuta ormai in toto", con una ripartenza piena delle normali attività e la caduta delle restrizioni. Elemento in virtù del quale "osserviamo certamente, anche nella nostra vita di relazione, oltre che come medici, una ripresa dei contagi e delle reinfezioni", che appunto va monitorata. Riguardo ai pazienti Covid ricoverati oggi nelle terapie intensive del Paese, "sui numeri attuali, fortunatamente bassi - evidenzia Vergallo - un 'identikit' è difficile da tracciare. Già era complicato parlare di un 'profilo tipo' nelle prime ondate e oggi lo è ancora di più. Direi che comunque i più presenti nei reparti sono i soggetti fragili e molto in là con gli anni". Una categoria, quest'ultima, in cui sembrano pesare anche i mancati richiami vaccinali raccomandati.