Anelli (Fnomceo), 'virus si combatte con responsabilità e vera riforma Ssn'

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Roma, 7 lug. (Adnkronos Salute) - "Condividiamo i reiterati appelli alla prudenza e al senso di responsabilità lanciati dal ministro della Salute Roberto Speranza in relazione all’epidemia di Covid-19. Il virus è ancora tra noi, anche se ci consente di fare una vita quasi normale". Ma ora "è tempo di avviare, rapidamente, una grande riforma del nostro Servizio Sanitario Nazionale". Lo afferma il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, commentando gli ultimi interventi del ministro della Salute.

"La circolazione del virus - constata Anelli - è attualmente bassa, sicuramente per effetto delle misure di prevenzione, forse anche per un certo grado di stagionalità, ma stabile. Questo ci indica che dobbiamo abituarci a convivere con il virus e che non possiamo escludere eventuali seconde ondate in inverno. Soprattutto, ci avverte che non dobbiamo abbassare la guardia: dobbiamo continuare a mettere in atto tutte le misure di prevenzione e dobbiamo pensare sin da subito a una gestione dei focolai e del rischio di ulteriori ondate. Dobbiamo continuare con la strategia delle '3 T', testare, tracciare e trattare - aggiunge Anelli - e far leva sul senso di responsabilità dei cittadini, con misure adeguate che mettano in condizione chi sospetta un’infezione di potersi rivolgere con fiducia al proprio medico di medicina generale, certo di poter avere accesso subito, senza inutili tempi di incertezza e attesa, ai tamponi, ai test ed eventualmente alle terapie, privilegiando ove possibile quelle domiciliari".

Ma - secondo il presidente Fnomceo - è ora di "avviare, rapidamente, una grande riforma del nostro Ssn. I professionisti sanitari devono tornare ad essere il perno della riforma e il punto di riferimento dei cittadini. Molti aspetti della riforma Bindi, che è del 1999 - osserva - hanno esaurito la loro forza riformatrice; riproporre quelle soluzioni, come i distretti, oggi significa essere inutilmente conservatori".

"Servono nuovi ospedali - sostiene Anelli - costruiti in modo da offrire ad ogni cittadino tutti i servizi essenziali disponibili con percorsi diversificati in modo tale che a fronte di una pandemia le cure ordinarie non debbano essere sospese. Serve soprattutto - avverte - una riforma del territorio dove i professionisti, tutti insieme nello stesso luogo, siano punti di riferimento dei cittadini. Professionisti che organizzati in team siano capaci di offrire servizi e assistenza efficienti che solo la modalità di lavoro multi-professionale può garantire. Non abbiamo bisogno di riferimenti strutturali ma di rivalutare le competenze dei medici e degli altri operatori professionali, salvaguardando il rapporto di fiducia che si instaura tra medico e cittadino e che si esprime nella scelta da parte di questi ultimi del professionista".

E ancora. "Dobbiamo pensare a una flessibilità delle misure compensative, che permettano di arginare e circoscrivere sul nascere i nuovi focolai senza arrivare a un nuovo lockdown totale, con tutte le ripercussioni dal punto di vista economico, sociologico e psicologico – prosegue - Tutto questo, però, è possibile solo ripensando completamente la medicina del territorio, oltre che progettando nuovi ospedali pensati per dare risposte a tutte le domande di salute dei cittadini, siano esse legate o meno all’epidemia".

"Occorre investire del ruolo di ‘medici sentinella’ - prosegue - i medici di medicina generale, insieme agli specialisti ambulatoriali, interni ed esterni, in modo da individuare subito i nuovi focolai di Covid-19 – spiega - Questo importantissimo dato dovrebbe attivare, a cascata, tutto un percorso, che è in realtà già definito, ma che è opportuno perfezionare per migliorare le necessarie interazioni, partendo dal tempestivo ricorso a test virologici e sierologici, e passando procedimenti autorizzatori sburocratizzati, snelli e rapidi, libera prescrittibilità di farmaci che a oggi hanno mostrato evidenze di efficacia. In tal senso il supporto delle Usca costituisce già un solido riferimento come si sta registrando in questo periodo".

Da qui l'invito al ministero e all’Istituto Superiore di Sanità a "istituire un Tavolo di concertazione tra i medici del territorio e i responsabili dei Dipartimenti, al fine di gestire gli strumenti utili per mettere a punto un piano ad hoc, istituendo anche centri di coordinamento a livello regionale. Utile sarebbe - conclude - che le Regioni si dotassero di una quantità adeguata di tamponi e che ci si coordinasse per anticipare l’inizio della somministrazione su larga scala del vaccino antinfluenzale".