Anche in Norvegia le diseguaglianze socioeconomiche incidono molto sull’aspettativa di vita

  • Roberta Villa — Agenzia Zoe
  • Notizie dalla letteratura
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Messaggi chiave

  • In Norvegia, gli uomini nella fascia di reddito più bassa della popolazione hanno un’aspettativa di vita di oltre 13 anni inferiore rispetto a quelli con il reddito più elevato; tra le donne, che mediamente vivono di più, la differenza è di oltre 8 anni.
  • Tra l’aspettativa di vita delle donne a reddito più elevato e quella degli uomini a reddito inferiore c’è una differenza di oltre 16 anni.
  • Le differenze sono attribuibili principalmente a mortalità per cancro, malattie cardiovascolari, BPCO e demenza tra i più anziani e a suicidio e abuso di sostanze tra i più giovani.
  • Tra il 2000 e il 2015 la forbice si è allargata: il divario dipende soprattutto dal miglioramento di oltre 3 anni di vita nella fascia più benestante e solo da un leggero calo, inferiore all’anno, tra i meno abbienti.

Descrizione dello studio

  • Da 4 registri norvegesi (2005-2015) sono stati estratti i dati anonimizzati di 3.041.828 persone >40 anni (media 59,3, DS 13,6).
  • È stato escluso dall’analisi il 3% di popolazione a reddito più basso, privi di reddito o a carico di altri: gli altri sono stati suddivisi per centili di reddito totale famigliare aggiustato per numero di membri della famiglia.
  • Outcome: aspettativa di vita a 40 anni e cause specifiche di morte.

Risultati principali

  • Aspettativa di vita massima: donne nell’1% di reddito aggiustato più elevato (=86,4 anni; IC 95% 85,7-87,1), maggiore di 8,4 anni (IC 95% 7,2-9,6) rispetto a quelle del centile più basso.
  • Aspettativa di vita minima: uomini nell’1% di reddito aggiustato più basso (=70,6 anni; IC 95% 69,6-71,6), inferiore di 13,8 anni (IC 95% 12,3-15,2) rispetto a quelli del centile più alto.
  • Il gap in aspettativa di vita tra centile più alto e più basso, dal 2005 al 2015, è aumentato da 2,5 a 6,2 anni tra le donne e da 6,2 a 8,4 tra gli uomini, più per miglioramento delle fasce più alte che per peggioramento delle più basse.

Perché è importante

  • Lo studio basato su numeri ampi, in una popolazione più omogenea di altri Paesi dal punto di vista socioeconomico e culturale, ad alto reddito e con un sistema sanitario di tipo universalistico, conferma che diseguaglianze anche piccole, hanno un forte impatto sulla salute, e dovrebbero quindi diventare target delle politiche di sanità pubblica.