Anaao, 'in Lombardia serve ripensamento globale rete ospedaliera'

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Milano, 24 feb. (Adnkronos Salute) - Nella rilevazione del sindacato della dirigenza medica ospedaliera Anaao Assomed e di Anaao Giovani sulla fuga dalle Scuole di specializzazione in Italia, "la Lombardia risulta sostanzialmente in linea con il dato nazionale, con alcune peculiarità dovute a situazioni locali". Tuttavia in regione è "necessario un ripensamento globale della rete ospedaliera", chiede Anaao Lombardia, commentando in una nota i dati sui contratti per i medici specializzandi che non sono stati assegnati, in quanto non scelti dai giovani camici bianchi, oppure sono stati abbandonati dopo il primo anno, in seguito a un nuovo concorso e alla scelta di una nuova specializzazione.

"La Lombardia - afferma Stefano Magnone, segretario regionale di Anaao-Assomed Lombardia - in attesa della nuova Giunta e del nuovo assessore al Welfare, necessita un ripensamento globale della rete ospedaliera, oltre ai classici temi nazionali quali l'adeguamento delle retribuzioni, per far fronte al disagio dei professionisti". Servono inoltre "l'abolizione dei tetti di assunzione del personale e la rivisitazione del ruolo degli specializzandi che non vanno più considerati studenti, ma veri e propri lavoratori in formazione, anch'essi con una retribuzione commisurata al loro ruolo".

Su 5.106 contratti statali disponibili negli ultimi 2 anni - analizza il sindacato - in Lombardia il 18% è stato non assegnato o abbandonato, in linea con il 19% a livello nazionale. In testa tra le discipline meno ambite in termini percentuali, in trend con il dato nazionale, ci sono Patologia clinica e biochimica clinica (91%), Microbiologia e virologia (88%), Farmacologia e tossicologia clinica (86%), Medicina e cure palliative (77%), Medicina nucleare (72%) e Medicina d'emergenza-urgenza (60%). Se invece si considerano le discipline con il più alto numero di contratti disponibili, quelle cioè che costituiscono il fulcro degli ospedali nazionali - prosegue l'Anaao lombarda - si nota come le percentuali maggiori di non scelta e abbandono si trovino proprio in Medicina d'emergenza-urgenza, Medicina interna, Anestesia e rianimazione e Chirurgia generale, tra le discipline più faticose e con meno possibilità di conciliazione vita/lavoro e spazi libero-professionali.

Tra le specialità più ambite - prosegue Anaao Lombardia - si confermano all'opposto Cardiologia, Pediatria, Ginecologia e Radiologia, tutte con percentuali inferiori al 6% di contratti non assegnati o abbandonati. Ambitissime, anche se con pochi posti, Oculistica, Dermatologia e Chirurgia plastica, che non lasciano contratti vuoti. Si conferma quindi l'orientamento nazionale verso discipline con un minore impatto sulla vita personale e un maggiore spazio verso la libera professione, fuori magari dall'ospedale e dall'ospedale pubblico in particolare, evidenzia la sigla. Chirurgia generale e Anestesia e rianimazione sono infine in leggera controtendenza rispetto al dato nazionale, rispettivamente con un 10% e 17% di non scelta/abbandoni.

"In buona sostanza - osserva Magnone - i dati confermano che i medici non sono attratti da lavori di laboratorio, forse più ambiti da altri dirigenti sanitari che al momento, però, non hanno il contratto e su cui occorre investire. La Medicina d'emergenza-urgenza sconta, come in tutto il Paese, la crisi del pronto soccorso e un'arretratezza culturale che non permette di spendere in modo appropriato le competenze che questi professionisti acquisiscono durante il loro percorso formativo e professionale. A questo si aggiungano la fatica, lo stress e il rischio professionale, attualmente senza alcun riscontro economico, di carriera e di tutela sostanziale".

"C'è molto lavoro da fare - avverte il segretario - sia per un sindacato come il nostro che per la politica tutta, se non si vuole far crollare in pochi anni il sistema ospedaliero, mentre si sta faticosamente puntando sul territorio per sgravare il pronto soccorso di tutti gli accessi inappropriati e ridurre il fenomeno del boarding che è frutto dei tagli dei posti letto e delle carenze, appunto, del territorio".