Anaao Assomed, 'espansionismo universitario minaccia ospedali'

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Milano, 30 gen. (Adnkronos Salute) - Il sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed denuncia "la strisciante clinicizzazione degli ospedali italiani, che prosegue purtroppo senza sosta" e rappresenta una "ulteriore minaccia per il mondo ospedaliero". La sigla si riferisce alla "progressiva occupazione degli spazi e delle carriere ospedalieri - spiega il segretario nazionale Pierino Di Silverio - attraverso l'utilizzo della didattica come grimaldello per l'accesso alla direzione delle strutture assistenziali. Malgrado non esista alcuna motivazione di ordine organizzativo, professionale, economico o giuridico, l'identificazione di strutture assistenziali esterne all'azienda di riferimento 'necessarie' allo svolgimento delle attività didattiche viene strumentalmente utilizzata per affidare a personale universitario, a ricompensa di una mancata carriera accademica, posti apicali che la normativa assegna al Ssn".

"L'Anaao Assomed rifiuta di condannare i medici ospedalieri a cedere spazi e competenze all'espansionismo universitario - si legge in una nota - per rifugiarsi nella riserva di un Servizio sanitario nazionale povero e per i poveri, lasciando ad altri le magnifiche e progressive sorti della formazione, della didattica e dell'assistenza nei settori ad alta specializzazione". Per Di Silverio "tocca alle Regioni intervenire - sollecita il segretario - per rendere i rapporti Università-Ssn meno conflittuali e più rispettosi dei reciproci fini istituzionali. Anche per costruire il livello di integrazione necessario a superare il vissuto da 'separati in casa' che caratterizza la situazione attuale".

"Camuffata da integrazione tra medicina ospedaliera e medicina universitaria", osserva infatti il sindacato, la clinicizzazione "è un fenomeno tipico dei rapporti tra Facoltà di Medicina e ospedali del Ssn, da sempre caratterizzati da frizioni, conflittualità, contenziosi infiniti, concorrenza su molti fronti. I due sistemi sono oggi, di fatto, estranei l'uno all'altro, scarsamente permeabili, con personale separato da prerogative e compiti differenti, in una condizione che rende teso il rapporto e difficile la collaborazione". E "uno dei più rilevanti motivi di contrapposizione" per Di Silverio è rappresentato proprio dalla "progressiva occupazione di spazi e carriere ospedalieri".