AIOM 2023 – L’oncologia moderna è (anche) una questione di genere

  • Cristina Ferrario
  • Conference Reports
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Una sessione speciale del XXV Congresso Nazionale della Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM, Roma, 10-12 novembre 2023) è stata dedicata alle differenze di genere, un tema che si sta facendo strada in diversi ambiti della medicina, inclusa l’oncologia. “Oggi siamo qui a parlare di genere in una ‘sessione speciale’, ma mi piacerebbe che da domani questo tema fosse qualcosa di trasversale, presente in tutte le sale del congresso” ha esordito Giovannella Baggio, presidente del Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere e moderatrice della sessione. “Dobbiamo mettere da parte la definizione generale di medicina di genere per spostarci più verso una pratica di genere in ciascuna specialità: parliamo quindi di oncologia di genere” ha aggiunto. 

 

La medicina di genere in Italia e nel mondo

La prima a prendere la parola è stata Anna Maria Moretti, presidente del Gruppo Italiano Salute e Genere (GISeG) e presidente della International Society for Gender Medicine (IGM), un’organizzazione “ombrello” che include professionisti e società nazionali e nata con il preciso scopo di stabilire e sviluppare la medicina di genere in un contesto internazionale. Dopo un breve excursus sulla storia della medicina di genere, l’esperta ha descritto le attività e le opportunità di collaborazione sulle tematiche legate a questa tematica a livello internazionale. 

A Elena Ortona, che dirige il Centro di riferimento nazionale medicina di genere, è spettato invece il compito di descrivere la realtà italiana. Nella sua presentazione, sono stati descritti, tra l’altro, gli obiettivi principali del centro: 1) sviluppo di attività formative e divulgative dedicate alla diffusione di questo aspetto innovativo della medicina; 2) sviluppo di una Rete dei centri italiani che si occupano di medicina di genere e ampliamento della stessa a livello europeo; 3) promozione della ricerca per l’individuazione delle basi fisiopatologiche responsabili delle differenze di genere osservate.

 

In oncologia il genere conta

Parlare di differenze di genere in oncologia non è superfluo. I dati epidemiologici mostrano l’esistenza di differenze tra uomini e donne in diversi aspetti della patologia oncologica: dall’incidenza alla mortalità, dalla presentazione di malattia alla risposta ai trattamenti, senza dimenticare gli effetti collaterali. Per dirla in numeri, i tumori colpiscono in genere più gli uomini che le donne: in Italia si ammalano di tumore un uomo su due e una donna su tre. Più in generale le donne presentano il 34% in più di tossicità con farmaci biologici e oltre 40% in più con immunoterapia. 

“Quando parliamo di medicina di genere non ci riferiamo solo alla salute della donna come qualcuno è portato a pensare” ha precisato Rossana Berardi, professore ordinario di oncologia all’Università Politecnica delle Marche, direttrice della Clinica Oncologica all’AOU delle Marche, molto attiva sul tema delle differenze di genere. L’esperta ha spiegato infatti che, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, la medicina di genere è "lo studio dell’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona". 

“È un tema di trasversale importanza, che va oltre le sole differenze legate al sesso biologico, con l’obiettivo primario di garantire a tutte le persone la migliore possibilità di accesso alla prevenzione, alle cure e a tutte le fasi del loro percorso” ha aggiunto. 

Si è parlato quindi in ottica di genere di differenze e disparità di accesso agli studi clinici, di bisogni specifici legati all’identità di genere con attenzione alla popolazione LGBTQI+ e di impatto non solo medico, ma anche sociale di una malattia come il cancro. 

 

L’impegno dell’oncologia italiana

I tempi sono maturi per passare da una medicina di genere a una oncologia di genere. La Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) ne ha parlato per la prima volta nel 2018 organizzando un incontro dal titolo emblematico: “La medicina di genere incontra l’oncologia”.

E in Italia? La risposta di AIOM non si è fatta attendere molto, come dimostrano le iniziative intraprese quali, per esempio, le giornate dell’etica 2022 o la sessione del congresso nazionale dello scorso anno dedicate proprio a questo tema. “Abbiamo voluto riproporre la sessione anche nel congresso nazionale 2023, a valle di un lavoro fatto durante tutto l’anno, perché c’è una novità importante” ha detto Berardi, che poi ha precisato: “Ci eravamo proposti di elaborare e licenziare le prime raccomandazioni della nostra società scientifica in 50 anni su questa tematica e grazie al lavoro di tutte le persone che hanno lavorato intensamente al progetto, abbiamo raggiunto questo obiettivo importante”. Le raccomandazioni, disponibili sul sito AIOM, sono il frutto del lavoro intenso di un working group formato da oncologi ed esperti di medicina di genere e da quello di un gruppo di coordinamento scientifico-metodologico che ha contribuito a definire percorsi efficaci per la preparazione e la stesura del documento.

Organizzazione sanitaria, terapia, fattori ospite-specifici, biologia del tumore, comunicazione ed eventi sociali sono le 5 categorie attraverso le quali gli esperti hanno suddiviso le tematiche disponibili in letteratura e le raccomandazioni. “Dal lavoro sono emerse prepotentemente la necessità di formazione e quella di raccogliere dati sul tema, per comprendere meglio come l’oncologo può porsi in un’ottica di genere, adattando le strategie messe in campo per una reale personalizzazione” ha spiegato Berardi. “Il documento rappresenta il primo mattone per costruire un percorso più solido e che può essere arricchito con il contributo di ognuno dei nostri colleghi” ha concluso.