Agopressione per i disturbi del sonno nei pazienti oncologici

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Un confronto di 6 trattamenti: agopuntura manuale, elettroagopuntura, agopressione, trattamento simulato, cure abituali potenziate e nessun trattamento.

Gli operatori sanitari dovrebbero ricevere formazione per offrire agopressione ai pazienti oncologici che lamentano problemi del sonno, dichiarano gli autori di un nuovo studio che indica che l’intervento è più efficace sia dell’agopuntura sia delle cure di supporto potenziate.

Si stima che fino al 59% dei pazienti oncologici lamenti disturbi del sonno, un tasso pari a 3 volte quello della popolazione generale. In questo nuovo studio i ricercatori hanno condotto una revisione sistematica e metanalisi di rete di 24 sperimentazioni randomizzate e controllate che hanno coinvolto 2.002 pazienti oncologici. Hanno confrontato 6 trattamenti: agopuntura manuale, elettroagopuntura, agopressione, trattamento simulato, cure abituali potenziate e nessun trattamento.

A differenza dell’agopuntura, l’agopressione prevede l’applicazione di pressione meccanica negli agopunti situati sul corpo o sulle orecchie utilizzando dita, semi di vaccaria, sferette magnetiche o altri dispositivi.

L’agopuntura è invece invasiva e prevede l’inserimento di un ago in corrispondenza degli agopunti (agopuntura manuale) o l’uso di un elettrostimolatore per erogare una debole corrente elettrica negli agopunti del corpo collegando coppie di elettrodi agli aghi inseriti. In questo studio le cure di supporto potenziate includevano educazione dei pazienti alla gestione dei sintomi, supporto psicologico, riabilitazione, creazione di un ambiente favorevole al sonno o uso di un trattamento farmacologico di routine per gestire i sintomi.

La maggior parte degli interventi di agopuntura è durata 4–12 settimane, con il periodo più breve pari a 30 giorni e il periodo più lungo pari a 6 mesi. Nella maggior parte degli studi l’agopuntura è stata somministrata 1–2 volte alla settimana.

L’analisi dei dati ha indicato che la maggior parte degli interventi di agopuntura e agopressione è stata ben tollerata, con tassi soddisfacenti di ritenzione, partecipazione e aderenza. Tuttavia, rispetto a nessun trattamento, solo l’agopressione ha evidenziato un miglioramento significativo nelle misurazioni del sonno rispetto a agopuntura manuale, elettroagopuntura, condizioni simulate, cure di supporto potenziate e nessun trattamento. Non è stato osservato alcun risultato significativo per gli altri interventi.

Sulla base delle evidenze disponibili, gli autori dello studio dichiarano che l’agopressione può essere raccomandata come trattamento ottimale per ridurre i disturbi del sonno nei pazienti oncologici e consigliano di offrire formazione sull’agopressione agli operatori sanitari per aiutare i pazienti che lamentano problemi del sonno.

Aggiungono che addestrare i pazienti all’autosomministrazione dell’agopressione può avere ulteriori vantaggi, grazie alla sua flessibilità, al basso costo e al maggior controllo che offre al paziente rispetto al trattamento somministrato dal medico. Presenta inoltre meno probabilità di causare effetti avversi come sanguinamento e dolore residuo.

Sfortunatamente, la certezza delle evidenze correlate all’agopressione e all’agopuntura manuale per migliorare il sonno risulta moderata, mentre quella relativa all’elettroagopuntura è bassa. Gli autori suggeriscono pertanto sperimentazioni più rigorose per valutare se forme diverse di agopuntura o agopressione abbiano effetti diversi sul sonno nei pazienti oncologici.

In particolare sono necessari studi che esaminino gli interventi di agopuntura da soli piuttosto che in combinazione con altre terapie. Affermano inoltre che sono necessari studi che esaminino gli interventi di agopuntura da soli piuttosto che in combinazione con altre terapie.